domenica 27 ottobre 2013

Chirurgia estetica: giusto o sbagliato?


Il 17 ottobre sono state proposte per la prima volta le linee guida per la chirurgia estetica, l'operazione è stata fatta dall'associazione Italiana di chirurgia plastica estetica. Ora ci sono raccomandazioni sviluppate da medici sulla base degli interventi più praticati. Sono punti di riferimento non solo per i chirurghi ma anche per i pazienti e per i tribunali, che possono verificare se l'iter percorso dal medico è corretto. È un passo importante per quella che è diventata una branca della medicina sempre più utilizzata e che ha acquistato sempre maggiore importanza nella nostra società. Come si può vedere dai numerosi programmi televisivi che ogni giorno parlano di operazioni pazzesche per migliorare l'aspetto fisico, è ormai diventata una cosa naturale per chi ha un brutto naso, o per chi ha un seno piccolo ricorrere ad interventi chirurgici. “Ma non capisco perchè non si rifà il naso, fossi in lei io lo farei”, normale discussione con la propria amica in autobus, quando, mentre si fissano tutte le persone che salgono, lo sguardo cade su una bella ragazza il cui naso, no, proprio la rovina.
Se è così facile correggere un difetto, è strano non farlo. Se il disegno esce sproporzionato allora si cancella e si aggiusta, se l'edera in giardino cresce storta, la si taglia in modo che raggiunga perfettamente il margine della ringhiera, se la pasta è poco salata, si aggiunge sale al sugo, e così, se ho le tette piccole, infilo due palloncini sotto pelle ed ecco fatto! Niente di più semplice.
Insomma, ora abbiamo tutto quello che potremmo desiderare, possiamo assomigliare alle star del cinema, o anche alle un po' più squallide vallette della tv se le preferiamo, abbiamo il potere di correggere con un bisturi quello che madre natura ha sbagliato. Pazzesco, siamo a un passo dalla perfezione, con il pagamento di un piccolo contributo possiamo finalmente scegliere il nostro aspetto esteriore, essere, non avendo difetti, sicuri di noi, nella conquista del partner, nella vita.
Non c'è davvero spazio per il dibattito, la chirurgia estetica è una scoperta eccezionale, una vera benedizione. Sarebbe d'accordo il cantautore 33enne Toby Sheldon che ha appena finito un iter di 5 anni di interventi, dal costo di 100 mila dollari per diventare come il suo idolo Justin Bieber.
Non sarebbe invece d'accordo, rimanendo in tema di cantanti, la povera Lady Gaga che cantava “Sono bellissima a modo mio perchè Dio non commette errori”(Born this way), e non è l'unica a pensarla così. Sono molto diffuse le critiche al cambiamento di aspetto, tralasciando i più estremisti che basandosi su concetti religiosi la giudicano un'offesa, c'è chi si basa sulle numerose persone diventate schiave del bisturi, che continuano a trovare difetti e non essere mai soddisfatte del proprio aspetto e che finiscono per rovinarsi. È il caso di Carla, una ragazza di 22 anni che ha speso fino ad oggi 27mila euro in diversi interventi di chirurgia estetica. All'età di 18 anni le è stato regalato un seno nuovo e da allora non ha mai smesso di trovarsi difetti da voler sistemare. Ora si dichiara pentita e vorrebbe tornare a come era prima delle operazioni. Partendo dal presupposto quindi che chi ricorre alla chirurgia estetica sia qualcuno fondamentalmente insicuro, dobbiamo supporre che questa non sia né la cura né una soluzione, ma si tratti solo della ricerca ad una bellezza in realtà irraggiungibile. Fortunatamente non per tutti è così, devo infatti rendere giustizia a chi conosco personalmente e che non sarebbe contento di leggere queste righe, che si è accontentato di una sola operazione e ne è rimasto soddisfatto. A volte una sola operazione può cambiare in meglio la nostra vita, a volte davvero tutta la nostra insicurezza si concentrava su un solo difetto, e tolto quello ci si sente meglio con se stessi, con la speranza che i nostri problemi di insicurezza non ci portino a riconoscere altri difetti che bisogna assolutamente cambiare. La cosa importante è essere salvi da tutti quei problemi come il non riconoscersi più dopo l'operazione o non rimanerne soddisfatti e odiare ancora di più il nostro aspetto.
Anche il non essere soddisfatti dell'operazione è un incombenza non trascurabile. L'1ottobre la rivista Vogue ha pubblicato uno studio compiuto su un campione di 400 persone in cui 30% hanno fatto ritorno sotto il bisturi per correggere i danni causati dalle precedenti operazioni. Il più delle volte perché compiute da mani inesperte, ma sistemare le operazioni non è sempre facile, bisogna ricorrere ai migliori chirurghi per cancellare tutto e ricominciare da zero.
E tutto questo per cercare di avvicinarci ad un ideale di bellezza proveniente da chi sa dove e chi sa quando. “La chirurgia estetica è un passo verso la fine dell'individualità” lo insegnano i più popolari telefilm americani come Glee o lo dice anche lo scrittore Tommaso Ariemma nel libro “Contro la falsa bellezza” in cui spiega come dietro gli interventi ci sia una falsa idea di bellezza come omologazione, un odio verso se stessi che la società dello spettacolo instilla dentro di noi. Volerci omologare in questo modo ci porterà forse, in un'idea un po' futuristica, a diventare una massa di bambole di plastica con sulla chiappa il marchio di un chirurgo plastico miliardario o forse riusciremo sempre a trovare la bellezza nei difetti o in ciò che ci rende particolari e diversi gli uni dagli altri. E volendo citare per una volta qualcuno di un po' più colto di un cantante pop, chiamo in causa Hume e la sua citazione forse erroneamente attribuitagli “La bellezza è negli occhi di chi guarda”. Poi si spera che a guardare non sia un giornalista di qualche sconosciuta rivista di equitazione seduto al bancone della giuria di Veline.