Il 17 ottobre sono state
proposte per la prima volta le linee guida per la chirurgia estetica,
l'operazione è stata fatta dall'associazione Italiana di chirurgia
plastica estetica. Ora ci sono raccomandazioni sviluppate da medici
sulla base degli interventi più praticati. Sono punti di riferimento
non solo per i chirurghi ma anche per i pazienti e per i tribunali,
che possono verificare se l'iter percorso dal medico è corretto. È
un passo importante per quella che è diventata una branca della
medicina sempre più utilizzata e che ha acquistato sempre maggiore
importanza nella nostra società. Come si può vedere dai numerosi
programmi televisivi che ogni giorno parlano di operazioni pazzesche
per migliorare l'aspetto fisico, è ormai diventata una cosa naturale
per chi ha un brutto naso, o per chi ha un seno piccolo ricorrere ad
interventi chirurgici. “Ma non capisco perchè non si rifà il
naso, fossi in lei io lo farei”, normale discussione con la propria
amica in autobus, quando, mentre si fissano tutte le persone che
salgono, lo sguardo cade su una bella ragazza il cui naso, no,
proprio la rovina.
Se è così facile
correggere un difetto, è strano non farlo. Se il disegno esce
sproporzionato allora si cancella e si aggiusta, se l'edera in
giardino cresce storta, la si taglia in modo che raggiunga
perfettamente il margine della ringhiera, se la pasta è poco salata,
si aggiunge sale al sugo, e così, se ho le tette piccole, infilo due
palloncini sotto pelle ed ecco fatto! Niente di più semplice.
Insomma, ora abbiamo
tutto quello che potremmo desiderare, possiamo assomigliare alle star
del cinema, o anche alle un po' più squallide vallette della tv se
le preferiamo, abbiamo il potere di correggere con un bisturi quello
che madre natura ha sbagliato. Pazzesco, siamo a un passo dalla
perfezione, con il pagamento di un piccolo contributo possiamo
finalmente scegliere il nostro aspetto esteriore, essere, non avendo
difetti, sicuri di noi, nella conquista del partner, nella vita.
Non c'è davvero spazio
per il dibattito, la chirurgia estetica è una scoperta eccezionale,
una vera benedizione. Sarebbe d'accordo il cantautore 33enne Toby
Sheldon che ha appena finito un iter di 5 anni di interventi, dal
costo di 100 mila dollari per diventare come il suo idolo Justin
Bieber.
Non sarebbe invece
d'accordo, rimanendo in tema di cantanti, la povera Lady Gaga che
cantava “Sono bellissima a modo mio perchè Dio non commette
errori”(Born this way), e non è l'unica a pensarla così. Sono
molto diffuse le critiche al cambiamento di aspetto, tralasciando i
più estremisti che basandosi su concetti religiosi la giudicano
un'offesa, c'è chi si basa sulle numerose persone diventate schiave
del bisturi, che continuano a trovare difetti e non essere mai
soddisfatte del proprio aspetto e che finiscono per rovinarsi. È il
caso di Carla, una ragazza di 22 anni che ha speso fino ad oggi
27mila euro in diversi interventi di chirurgia estetica. All'età di
18 anni le è stato regalato un seno nuovo e da allora non ha mai
smesso di trovarsi difetti da voler sistemare. Ora si dichiara
pentita e vorrebbe tornare a come era prima delle operazioni.
Partendo dal presupposto quindi che chi ricorre alla chirurgia
estetica sia qualcuno fondamentalmente insicuro, dobbiamo supporre
che questa non sia né la cura né una soluzione, ma si tratti solo
della ricerca ad una bellezza in realtà irraggiungibile.
Fortunatamente non per tutti è così, devo infatti rendere giustizia
a chi conosco personalmente e che non sarebbe contento di leggere
queste righe, che si è accontentato di una sola operazione e ne è
rimasto soddisfatto. A volte una sola operazione può cambiare in
meglio la nostra vita, a volte davvero tutta la nostra insicurezza si
concentrava su un solo difetto, e tolto quello ci si sente meglio con
se stessi, con la speranza che i nostri problemi di insicurezza non
ci portino a riconoscere altri difetti che bisogna assolutamente
cambiare. La cosa importante è essere salvi da tutti quei problemi
come il non riconoscersi più dopo l'operazione o non rimanerne
soddisfatti e odiare ancora di più il nostro aspetto.
Anche il non essere
soddisfatti dell'operazione è un incombenza non trascurabile.
L'1ottobre la rivista Vogue ha pubblicato uno studio compiuto su un
campione di 400 persone in cui 30% hanno fatto ritorno sotto il
bisturi per correggere i danni causati dalle precedenti operazioni.
Il più delle volte perché compiute da mani inesperte, ma sistemare
le operazioni non è sempre facile, bisogna ricorrere ai migliori
chirurghi per cancellare tutto e ricominciare da zero.
E tutto questo per
cercare di avvicinarci ad un ideale di bellezza proveniente da chi sa
dove e chi sa quando. “La chirurgia estetica è un passo verso la
fine dell'individualità” lo insegnano i più popolari telefilm
americani come Glee o lo dice anche lo scrittore Tommaso Ariemma nel
libro “Contro la falsa bellezza” in cui spiega come dietro gli
interventi ci sia una falsa idea di bellezza come omologazione, un
odio verso se stessi che la società dello spettacolo instilla dentro
di noi. Volerci omologare in questo modo ci porterà forse, in
un'idea un po' futuristica, a diventare una massa di bambole di
plastica con sulla chiappa il marchio di un chirurgo plastico
miliardario o forse riusciremo sempre a trovare la bellezza nei
difetti o in ciò che ci rende particolari e diversi gli uni dagli
altri. E volendo citare per una volta qualcuno di un po' più colto
di un cantante pop, chiamo in causa Hume e la sua citazione forse
erroneamente attribuitagli “La bellezza è negli occhi di chi
guarda”. Poi si spera che a guardare non sia un giornalista di
qualche sconosciuta rivista di equitazione seduto al bancone della
giuria di Veline.