Il giorno 15 novembre ha
avuto inizio la mobilitazione degli studenti Ca Foscarini per fermare
la permuta dei tre palazzi storici Ca' Bembo, Ca' Cappello e Palazzo
Cosulich con l'edificio più moderno Ca' Sagredo appartenente al
Fondo Immobiliare Uno Energia, attualmente dedito ad uffici. Gli
studenti non accettano la vendita di edifici di un importante valore
artistico e culturale, che sarebbero infatti dati a privati che li
trasformerebbero probabilmente in alberghi o alloggi per turisti. Il
vero problema sta però nel fatto che il rettore dell'università non
ha interrogato ne chiesto l'opinione del personale ca foscarino e del
senato accademico come prevede l'articolo 15 dello Statuto di Ca
Foscari.
Circolano due diverse
versioni su cosa accadde il giorno venerdì 15 novembre quando gli
studenti si sono introdotti nella sede del rettorato per poter
parlare con il rettore che non si è mai mostrato disponibile a dare
spiegazioni. Secondo la versione che lui ha rilasciato ai giornali,
gli studenti avrebbero sfondato violentemente le porte per poter
entrare. “Si è verificata un'autentica irruzione, nel corso della
riunione del C.D.A. (collettivo per la difesa dei beni artistici di
Ca' Foscari) da parte di uno sparuto numero di studenti esagitati,
entrati di prepotenza dopo aver a lungo picchiato sulla porta fino a
sfondarla”. Questo non è quello che ricordano gli studenti
coinvolti o quello che traspare da un video realizzato da uno di
questi mentre si verificava il fatto. Nel video appare infatti che le
porte al momento dell'incursione erano aperte, e gli studenti sono
entrati senza violenza. L'atto di violenza sembra essere stato invece
compiuto da parte dello stesso rettore che nel momento
dell'incursione, probabilmente involontariamente, ha messo le mani
attorno al collo di un ragazzo, o l'ha semplicemente urtato al collo.
Anche qui le versioni sono discordanti. Fatto sta che il ragazzo si è
recato in ospedale e ha dovuto portare un collare per alcuni giorni.
“I miei genitori mi
hanno sconsigliato di non sporgere denuncia, il rischio di rimanere
fregati è troppo alto, potrei vincere 10.000 euro come perderne il
doppio, il rettore ha amici troppo potenti.”
Carlo Carraro, il rettore
di Ca Foscari, nega completamente l'avvenimento e non torna sui suoi
passi riguardo alla decisione della vendita delle sedi, i cui
traffici rimangono ancora oscuri.
Ciò che più lamentano
gli studenti è che non si sia preso in considerazione il loro
parere, mentre alle assemblee tenute da questi ultimi volano pareri
di mancato rispetto della democrazia e dei diritti degli studenti.
Anche se l'affare sembra ormai quasi concluso è ancora in corso la
petizione su internet e le mobilitazioni studenti non si fermeranno,
per proteggere le sedi universitarie a cui essi sono affezionati.
All'assemblea studentesca
tenutasi il 19 novembre gli studenti si sono riuniti a discutere su
come affrontare il problema e di come fermare la vendita delle sedi.
Invitati a presenziare erano anche il presidente del C.D.A. e la
giornalista veneziana che ha seguito il caso. Il presidente ha tenuto
un discorso in cui metteva in evidenza i danni che la comunità
veneziana subirebbe da questa vendita dato l'interesse culturale
degli edifici. Sarebbe un danno anche per gli studenti stessi che si
vedrebbero togliere circa il 36,6% di spazio. È inoltre in
circostanze ancora sconosciute che l'industria disponibile alla
vendita del nuovo edificio universitario e il rettore si sono messi
d'accordo, infatti, spiega, non sono ancora stati resi pubblici i
verbali dell'8 luglio, secondo il rettore per via di un notaio che
avrebbe chiesto chiarimenti per cui sarebbe stato necessario rifare
il verbale. Si mostra anche indignato del fatto che Carraro non abbia
chiesto scusa allo studente per l'eccesso di foga di cui sicuramente
si tratta (ovviamente non era intenzione del professore strangolare
lo studente). La giornalista allora legge un comunicato arrivatogli
per posta, una nota del consiglio di amministrazione sottoscritta da
rappresentanti degli studenti e dei professori in cui viene
completamente negato l'accaduto e in cui i protagonisti
dell'irruzione esprimerebbero solidarietà nei confronti del rettore
per le vergognose accuse di cui è vittima. “Nessuno studente è
stato aggredito, la violenza è stata nei manifestanti, il rettore e
alcuni consiglieri sono stati spintonati da alcuni manifestanti che
sono entrati con la forza nella zona in cui si stava tenendo il
consiglio di amministrazione, si tratta di un modo di fare ancora più
deprecabile, considerata la disponibilità mostrata dall'ateneo, a
discutere e spiegare nel merito le decisioni che i suoi organi
democratici sono chiamati a prendere, troviamo addirittura
inquietanti le falsità espresse da alcuni manifestanti nei giorni
successivi, che mistificano la realtà che è del tutto differente.
Non è stato compiuto alcun gesto violento nei confronti di nessuno
studente.”
Le mobilitazioni
continueranno fino a che non verrà annullata la vendita o fino a che
gli edifici non saranno venduti, con la speranza che per interesse
finanziario non vengano sacrificati edifici storici e artistici, come
spesso succede oggi in Italia.