martedì 3 dicembre 2013

Compravendita di sedi universitarie a Venezia: mobilitazione studentesca per la salvaguardia del patrimonio artistico


Il giorno 15 novembre ha avuto inizio la mobilitazione degli studenti Ca Foscarini per fermare la permuta dei tre palazzi storici Ca' Bembo, Ca' Cappello e Palazzo Cosulich con l'edificio più moderno Ca' Sagredo appartenente al Fondo Immobiliare Uno Energia, attualmente dedito ad uffici. Gli studenti non accettano la vendita di edifici di un importante valore artistico e culturale, che sarebbero infatti dati a privati che li trasformerebbero probabilmente in alberghi o alloggi per turisti. Il vero problema sta però nel fatto che il rettore dell'università non ha interrogato ne chiesto l'opinione del personale ca foscarino e del senato accademico come prevede l'articolo 15 dello Statuto di Ca Foscari.
Circolano due diverse versioni su cosa accadde il giorno venerdì 15 novembre quando gli studenti si sono introdotti nella sede del rettorato per poter parlare con il rettore che non si è mai mostrato disponibile a dare spiegazioni. Secondo la versione che lui ha rilasciato ai giornali, gli studenti avrebbero sfondato violentemente le porte per poter entrare. “Si è verificata un'autentica irruzione, nel corso della riunione del C.D.A. (collettivo per la difesa dei beni artistici di Ca' Foscari) da parte di uno sparuto numero di studenti esagitati, entrati di prepotenza dopo aver a lungo picchiato sulla porta fino a sfondarla”. Questo non è quello che ricordano gli studenti coinvolti o quello che traspare da un video realizzato da uno di questi mentre si verificava il fatto. Nel video appare infatti che le porte al momento dell'incursione erano aperte, e gli studenti sono entrati senza violenza. L'atto di violenza sembra essere stato invece compiuto da parte dello stesso rettore che nel momento dell'incursione, probabilmente involontariamente, ha messo le mani attorno al collo di un ragazzo, o l'ha semplicemente urtato al collo. Anche qui le versioni sono discordanti. Fatto sta che il ragazzo si è recato in ospedale e ha dovuto portare un collare per alcuni giorni.
“I miei genitori mi hanno sconsigliato di non sporgere denuncia, il rischio di rimanere fregati è troppo alto, potrei vincere 10.000 euro come perderne il doppio, il rettore ha amici troppo potenti.”
Carlo Carraro, il rettore di Ca Foscari, nega completamente l'avvenimento e non torna sui suoi passi riguardo alla decisione della vendita delle sedi, i cui traffici rimangono ancora oscuri.
Ciò che più lamentano gli studenti è che non si sia preso in considerazione il loro parere, mentre alle assemblee tenute da questi ultimi volano pareri di mancato rispetto della democrazia e dei diritti degli studenti. Anche se l'affare sembra ormai quasi concluso è ancora in corso la petizione su internet e le mobilitazioni studenti non si fermeranno, per proteggere le sedi universitarie a cui essi sono affezionati.
All'assemblea studentesca tenutasi il 19 novembre gli studenti si sono riuniti a discutere su come affrontare il problema e di come fermare la vendita delle sedi. Invitati a presenziare erano anche il presidente del C.D.A. e la giornalista veneziana che ha seguito il caso. Il presidente ha tenuto un discorso in cui metteva in evidenza i danni che la comunità veneziana subirebbe da questa vendita dato l'interesse culturale degli edifici. Sarebbe un danno anche per gli studenti stessi che si vedrebbero togliere circa il 36,6% di spazio. È inoltre in circostanze ancora sconosciute che l'industria disponibile alla vendita del nuovo edificio universitario e il rettore si sono messi d'accordo, infatti, spiega, non sono ancora stati resi pubblici i verbali dell'8 luglio, secondo il rettore per via di un notaio che avrebbe chiesto chiarimenti per cui sarebbe stato necessario rifare il verbale. Si mostra anche indignato del fatto che Carraro non abbia chiesto scusa allo studente per l'eccesso di foga di cui sicuramente si tratta (ovviamente non era intenzione del professore strangolare lo studente). La giornalista allora legge un comunicato arrivatogli per posta, una nota del consiglio di amministrazione sottoscritta da rappresentanti degli studenti e dei professori in cui viene completamente negato l'accaduto e in cui i protagonisti dell'irruzione esprimerebbero solidarietà nei confronti del rettore per le vergognose accuse di cui è vittima. “Nessuno studente è stato aggredito, la violenza è stata nei manifestanti, il rettore e alcuni consiglieri sono stati spintonati da alcuni manifestanti che sono entrati con la forza nella zona in cui si stava tenendo il consiglio di amministrazione, si tratta di un modo di fare ancora più deprecabile, considerata la disponibilità mostrata dall'ateneo, a discutere e spiegare nel merito le decisioni che i suoi organi democratici sono chiamati a prendere, troviamo addirittura inquietanti le falsità espresse da alcuni manifestanti nei giorni successivi, che mistificano la realtà che è del tutto differente. Non è stato compiuto alcun gesto violento nei confronti di nessuno studente.”
Le mobilitazioni continueranno fino a che non verrà annullata la vendita o fino a che gli edifici non saranno venduti, con la speranza che per interesse finanziario non vengano sacrificati edifici storici e artistici, come spesso succede oggi in Italia.