martedì 13 maggio 2014

Beppe Grillo in piazza duomo a Brescia: se il vento del cambiamento diventa tempesta




3 mila persone in piazza duomo ieri sera a Brescia per il comizio di Beppe grillo e la presentazione dei candidati del movimento 5 stelle.
Alle venti e trenta gli spettatori sono stati accolti da Vito Crimi che ha esordito dicendo che la piazza era già mezza piena, e che non era ancora presto. Si sono presentati vari candidati e hanno preso parola vari personaggi che tentavano di ricalcare, con un discreto successo, lo stile oratorio del loro grande leader. Il tema di fondo era la rabbia nei confronti del mondo che va in malora e della politica che fa schifo, tema banale quanto efficace.
Alle ventuno in punto è arrivato il camper e il comico ha fatto il suo trionfale ingresso sul palco, tra gli applausi e le grida dei fan e sostenitori. Non mancavano tra questi i soliti sosia di Guy Fawkes, con addosso la maschera per richiamare al film V per Vendetta, forse per evocare un qualche sentimento rivoluzionario. Al contrario di quello che si può pensare non mancavano i più anziani. Verso le 10 ha cominciato a piovere e molti hanno iniziato ad abbandonare la piazza. Sono però riusciti nel loro intento di dimostrare la grande affluenza di gente, gli organizzatori del comizio che hanno fatto passare un cartello con scritto “non c'è nessuno” e sul retro: fatti una selfie con questo cartello, invia la foto al blog e passa il cartello al tuo vicino.
Sul fondo della piazza, non così difficile da raggiungere, c'erano le bancarelle con i volontari di 5 stelle e i palloncini.
Grillo parte dal tema dell'expò, esprimendo il suo disdegno per come è stato gestito e per come ha messo in ridicolo il paese.

Adesso con l'expo stanno sballando, mandano questo commissario che era già commissario all'anti corruzione a Roma, non aveva neanche un ufficio, aveva un telefono a gettoni, non riusciva, infatti gli è scappata qualsiasi cosa. Perchè mette la faccia questo signore, quando tutti gli appalti sono già stati dati? Lo sapevamo prima che era un pacco questo expò, era nell'aria. Bisognava farlo come aveva detto il politecnico di Milano, il professore del politecnico. Di farlo aperto, di farlo come il salone del mobile, di far arrivare la gente, e portarla nella cintura del milanese a far vedere come si fanno i formaggi a far vedere come si fa il vino, l'olio, non dentro un capannone. Noi ci siamo andati 40 parlamentari eravamo noi, hanno dovuto aprirci i cancelli, ma non c'è niente, c'è un milione e mezzo di metri quadri, non c'è niente. Ma io dicevo, ma sono tutte tangenti, io dicevo, abbiamo denunciato anche in parlamento! Tutte tangenti, la sinistra, la destra, vi siete spartiti tutto. Tutto corruzione di appalti di appalti di appalti. E questo mi diceva ma come si permette, qua è tutto sotto controllo. L'hanno arrestato il giorno dopo. Questo expo va chiuso, risparmieremo 4/5 miliardi e vien l'ebetino domani a dirci che lui ci mette la faccia. Lui ci mette la faccia. Il culo lo mettono i milanesi.”

Non mancano le accuse ai politici, ai giornalisti. Descrive l'incontro con Renzi come un incontro con un bamboccio, che ha allontanato le televisioni e gli ha chiesto solo di star zitto e ascoltare mentre il presidente esponeva il programma di 5 stelle.

Appena parlava un tuo compagno di classe così gli davi uno schiaffo nell'orecchio. Ma possibile che non riusciamo a distinguere la faccia di un bamboccio?”

Allora mi sono reso conto di chi eravamo io e lui. Lui chi è?. Io in fondo rappresento 10 milioni di persone. Lui chi cazzo rappresentava in quel momento lì? La continuità delle banche, dei massoni, ecco cosa vuol continuare”.

Poi passa a Berlusconi, lo psiconano, che ormai non riesce più a stare al passo con i tempi, non sa pronunciare correttamente la parola Google e riesce solo a raccontare balle ai vecchi pensionati,

dieci, nove, otto di questi pensionai stanno abbastanza bene. Non male, sopravvivono. Seconda casa, spengono il gas e vanno a Tunisi e risparmiano qualcosa, il low cost, i prezzi sono bassi. E perchè dovrebbero cambiare lo status quo? Perchè un pensionato così dovrebbe votare uno che grida e che dice le parolacce? Hanno paura e lui va li a terrorizzarli ancora.”

E infine non risparmia neanche i giornalisti, che falsano ogni notizia, raccontano quello che vogliono e ingannano con le parole. Li accusa di aver omesso volutamente il nome di Grillo accanto a quello di Scaiola nei titoli riguardo all'arresto.
Ricorda come mentre i politici stanno cambiando e grazie a lui hanno iniziato a parlare di autoblu o di tagli alla politica, lui sia rimasto sempre lo stesso. Ricorda la vicenda parmalat di dieci anni fa, quando lui andava nelle piazze a dire che sarebbe fallita e sarebbero bastati 5 minuti di tg 1 per salvare i risparmi delle famiglie.

Ma deve cambiare l'idea di stato e il modo di gestire le leggi, devono cambiare le persone al governo.

Abbiamo inserito dentro una persona che in 40 anni non avevano mai visto. Abbiamo messo una persona modificata geneticamente che si infilava lì dentro e loro lo guardavano. Ma con sospetto. La persona era l'onesto: l'onesto curioso che va a vedere le leggi. Perchè lì dentro voi non sapete ma le leggi le firmano ma non sanno quello che firmano.
Guardate, posso gridare, posso essere antipatico, posso aver fatto degli errori, li ho fatti anche per te gli errori. Ma noi abbiamo fatto quello che abbiamo detto.
Ma chi me l'ha fatto fare di scendere in politica? Me l'ha fatto fare il fatto che io ho lavorato 42 anni, mi avete fatto fare una vita meravigliosa e ho sentito il bisogno di non chiudermi nella mia villa con il cancello elettrico, di uscire e fare qualcosa pere il mio paese.
Gli altri non hanno nessun sentimento! Non vedete, non trapela nulla da Renzi, Monti, Letta, sono solo scribacchini mediocri. Sono malati di alessitimia, è l'incapacità di riconoscere le emozioni negli altri perchè non ce l'hai tu l'emozione, non hai le parole per definirla, non capisci, non riesci neanche a capire allora diventi cinico, diventi cattivo. Fai un conto: 2+2, poi se 4 equivale alla morte di 4000 piccoli imprenditori che si ammazzano oppure migliaia di piccole imprese che chiudono o migliaia dei nostri giovani che se ne vanno, a loro non gliene frega un cazzo”.

Secondo il politico lo stato va rifatto dall'inizio, va pensato in un altro modo. Il comunismo è fallito perchè è stato applicato male e il capitalismo ci ha portato ad una negazione della vera democrazia, il capitalismo non ammette la democrazia, perchè la Grecia poteva essere salvata (2% del pil dell'Europa) ma l'Europa non ha agito come comunità, e perchè l'unico capitalismo funzionante è quello del Giappone con i maoisti.
E va cambiata la concezione di lavoro. Il lavoro è qualcosa che si sta esaurendo, le macchine prendono il nostro posto e le industrie investono nella tecnologia perchè non è tassata, perchè le macchine sono in nero.
Dobbiamo cambiare l'idea del lavoro come ciò che caratterizza tutta la nostra vita, i giovani studiano per un determinato lavoro e poi sono costretti a fare qualcosa che non gli complete. “Creiamo una generazione di frustrati”. E legata al sistema del lavoro non si risparmia la critica ai sindacati, che, sempre secondo il comico, andrebbero aboliti, come andrebbero abolite tutte le intermediazioni, gli operai e gli impiegati devono far parte dell'azienda come soci. Cosa che avviene già negli Stati Uniti e in Germania.
Il contenuto essenziale del discorso di Grillo sono le industrie, le imprese, l'uso scorretto che viene fatto dei soldi e le associazioni illecite che gestiscono gli interessi dello stato.
Dovremmo, dice, poter investire nella telecomunicazione, l'industria del futuro. Ma la Telecom è stata svenduta a tre banche spagnole in una notte. Qui ricorda la vicenda della Banca dei Paschi di Siena e prova a spiegare nuovamente quello che è successo. “Il più grande scandalo finanziario d'Europa”. E non risparmia un giudizio neanche sulla situazione di Pompei che potrebbe far vivere il meridione di rendita ma è legata ad appalti illeciti.
Così come in illeciti finiscono i soldi del fondo europeo.

Noi siamo il terzo finanziatore dell'europa. Ogni anno gli diamo 15 miliardi, ce ne ridanno nove e sei li tengono li. Questi nove, la maggior parte, quelli che riusciamo a utilizzare vanno in tre regioni: Calabria, Sicilia e Campania. Prendo un magistrato della Campania che seguiva queste cose, andiamo su e diciamo: state a sentire ma queste cose vanno alla Ndrangheta alla Camorra, prima di darle mettiamole in trasparenza. Nomi cognomi, progetto a chi va, un responsabile. Una faccia, no non c'è nulla, questi soldi nostri che rientrano vanno in progetti Cinzia, in progetti Claudia, Sara. E non sai chi sono.”

Spiega il concetto di debito pubblico che non deve essere visto come un fatto necessariamente negativo, il Giappone ha il secondo debito pubblico più alto del mondo, dopo gli Stati Uniti, ma ha il tasso di disoccupazione più basso del mondo, questo perchè riesce ad amministrare internamente il debito. E conclude con la critica al modo in cui vengono sfruttate le energie rinnovabili, agli scarsi investimenti nell'energia eolica rispetto al carbone e ai combustibili.
È necessario riportare il made in Italy in vetta perchè è la nostra forza:

Noi facciamo un apolitica per il nostro Made in Italy con la piccola media impresa. Vuoi che consumiamo le arance di Tunisi e buttiamo via le arance siciliane? Benissimo il libero mercato. Sulle arance di Tunisi ti metto il 25 per cento di iva e su quelle siciliane il 2, voglio vedere”.

E dopo aver caricato la folla di rabbia per un'ora e mezza, si scusa per non aver lasciato spazio ai candidati e li affianca nelle loro presentazioni piene di energia e entusiasmo.

Io mi arrabbio ma non è cattiveria. È un rabbia, una rabbia buona. È una rabbia che ci ha portato in piazza milioni. È una rabbia che ha unito su un sogno che era un sogno ci ha unito nove milioni di perone su questo sogno, è un rabbia che c ha unito. È una rabbia che non ha portato in piazza gente che sfasciava le vetrine o si picchiava con la polizia. È una rabbia che ha portato a raccogliere firme, a fare leggi popolari”.

E sotto una pioggia ormai scrosciante ed una piazza che si sta ormai svuotando si conclude l'atteso comizio di Beppe Grillo che non delude gli spettatori che attendevano l'urlo di guerra, e che hanno risposto per tutta la serata con grida di vittoria e chiassose risate. Aizzati dalla frase ripetuta fino allo sfinimento “hanno paura di noi”.


mercoledì 7 maggio 2014

Recensione “Ballata di uomini e cani” di Marco Paolini “Tu fai il fuoco e io non ti azzanno”


“Ballata di uomini e cani” è il titolo dell'ultima opera di Marco Paolini, che nel sottotitolo specifica il suo omaggio allo scrittore per ragazzi Jack London, che come lui ricorda nelle prime battute, affronta spesso tematiche che hanno poco a che fare con il mondo dell'infanzia. Siamo quelli di “zanna bianca” o quelli de “il richiamo della foresta”? La risposta non è importante perché le tre storie raccontate nel corso del suo monologo hanno poco a che fare con i due romanzi dell'autore inglese, se non per il fatto che affrontano il tema del rapporto tra un cane e il suo padrone.
Non si tratta neanche delle solite storie melense su quanto il cane sia il migliore amico dell'uomo e su quanto ci voglia bene, non racconta del cagnolino fragile ma con un cuore coraggioso che si butta nel torrente per salvare il suo padrone dall'annegamento. Le storie che il genio del teatro racconta sono di odio, di rancore e trattano della continua guerra tra l'uomo e la natura selvaggia.
Paolini racconta del patto che l'uomo ha stretto con i lupi: noi facciamo il fuoco per te se tu diventi nostro alleato contro la natura indiscriminata.
L'intelligenza dell'essere umano non ha quasi mai la meglio contro l'aggressività cieca e istintiva dell'animale, che spesso per furbizia sembra assumere connotati umani che lasciano spesso di stucco i protagonisti. È stato bello per due ore pensare che l'uomo non è sempre padrone del mondo e ci sono situazioni in cui non possiamo ancora vincere.
Le tre storie sono ambientate ai tempi della corsa all'oro, in Canada e nelle terre dei ghiacci e dell'inesplorato grande nord. Dove l'uomo, abbandonato dalla comodità di una civiltà in cui è padrone, si trova anch'esso schiavo di errori dati dalla paura e dai più animaleschi istinti, che spesso gli costano la vita.
La capacità narrativa dell'autore non si smentisce neanche in questo spettacolo, non lascia allo spettatore neanche un minuto per chiudere gli occhi e lasciarsi coccolare dalle luci soffuse del teatro. La suspance e l'ironia sono poste sempre al posto giusto in modo che si cerchi di non perdere una sola parola del discorso, mentre la musica originale di Lorenzo Monguzzi, Angelo Baselli e Gianluca Casadei accompagna perfettamente la narrazione.
La prima storia è divertente, parla di un cane disastroso, incapace di trainare una slitta, di stare nel branco. Una piaga per i due esploratori perchè mangia le loro provviste ed è impossibile da ammaestrare. Sembra prendersi gioco di loro quando fanno di tutto per liberarsene e lui ogni volta torna da loro. Non riescono neanche a ucciderlo per via della sua aria troppo innocente.
Il narratore non manca mai, in ogni storia, di riferire a chi ascolta il pensiero del cane, che nonostante i suoi mezzi limitati è sempre più sveglio, più intelligente e furbo e si fa in continuazione beffe dell'uomo incapace e “privo di immaginazione”, provando nei suoi confronti quasi sempre pena e compassione.
Il secondo racconto è drammatico, narra una storia di un odio sconfinato e “a prima vista” tra un uomo burbero e solo e il suo cane chiamato Bastardo, scelto perchè più brutto, tra una cucciolata di cani belli. Addestrato fin da subito con violenza, reso sempre più brutto e cattivo dalle percosse del padrone. Nonostante questo l'uomo non è mai superiore al cane, perchè questo aspetta e medita una vendetta e continua a covare verso il suo padrone un odio sconfinato, come se l'odio fosse l'unico sentimento di cui il cane fosse capace. Anche il padrone disprezza il suo cane, ma nel momento dello scontro finale si rende conto di quanto in realtà l'odio per quell'animale sia la sua unica ragione di vita e l'unica cosa che lo fa alzare la mattina, la speranza un giorno di poter domare quell'animale.
Lo spettatore in ogni racconto parteggia sempre per il cane, è questo ciò che accomuna lo spettacolo con i racconti di Jack London, ed è questo che la straordinaria capacità narrativa di Paolini rende possibile.
Nel terzo racconto il cane è giudice e spettatore della stupidità e dall'avventatezza di un giovane uomo che spinto da orgoglio e sfida personale affronta da solo la natura fredda e selvaggia, quando chiunque gli aveva consigliato di portare con se un compagno. Il racconto è in terza persona, il cane e il narratore guardano l'uomo commettere errori stupidi, ragionare di impulso pentirsi della sua stupidità e rendersi conto dell'inadeguatezza del suo fisico in un mondo ostile che la sua specie non ha dominato, invidia la pelliccia del cane, la sua tranquillità e la sua capacità di adattarsi a quel clima, mentre la sua unica forza, il suo cervello, è inutile se schivo della paura se vede che tutto il resto del corpo cede.
Alla fine i personaggi del cane e dell'uomo si confondono, uno è intelligente e furbo, capace di compassione, di odio e di beffa, mentre l'altro è solo e abbandonato e muore per mancanza di cibo, per mancanza di una casa, sul bordo di una strada.
È qui che la riflessione dell'autore arriva, inaspettata e tagliente, sul quarto, breve e drammatico racconto di un uomo, un emigrato, arrivato in Italia per cercare fortuna che muore per il freddo, dimenticato sul bordo di una strada. L'uomo aveva con se un taccuino, dai cui appunti è tratta la canzone di chiusura composta da Lorenzo Monguzzi, in cui l'uomo paragona se stesso ad un povero cane.
L'autore interagisce con il pubblico, dando continuamente giudizi sulla sua opera, sui suoi racconti, domandando pareri e opinioni a spettatori sempre partecipi e ammirati, rapiti da un solo uomo che racconta immobile, come da un film in 3D al cinema.
E alla fine Marco Paolini conclude, quello che a mio parere è uno spettacolo per cui comprerei addirittura un posto in platea, rassicurando il pubblico sul fatto che anche lui ha, in ogni racconto, sempre parteggiato per il cane.


martedì 6 maggio 2014

Tre giorni in Germania alla scoperta della vita della ragazza alla pari

Il mio viaggio è iniziato il 2 febbraio quando ho deciso di partire per la Germania e andare a far visita alla mia amica Alessia durante il suo anno da ragazza alla pari. Alessia non ha ancora compiuto 20 anni e vive in una bella casetta in provincia di Wurzburg da agosto dell'anno scorso. E io ho scelto di capire qualcosa in più della sua avventura trascorrendo tre giorni con lei e facendo la sua stessa vita. Sono arrivata di domenica dopo essere atterrata con l'aereo a Francoforte ed aver preso il pullman fino alla stazione di Wurzburg dove lei è venuta a prendermi in macchina per portarmi in un piccolissimo paesino tra i monti in cui non si incrociano più di tre o quattro strade. La famiglia mi ha accolto facendomi sentire a casa nonostante non capissi una sola parola di quello che dicevano. Quando ci si reca in una città turistica come Berlino si sente ovunque parlare inglese, o tante altre lingue ma in un piccolo paesino il tedesco è l'unica lingua che si parla.
E così bisogna parlarlo in ogni momento. Ho accompagnato Alessia a fare la spesa il lunedì mattina, giorno dopo il mio arrivo, e l'ho sentita esporre con sicurezza al macellaio tutti i tipi di carne che servivano alla sua famiglia ospitante. Saluta tutti i suoi compaesani con un cordiale “guten morgen” e si commuove quasi, quando mi racconta delle sue bambine.
La sua mansione principale è quella di baby sitter, va a prendere le bambine a scuola e le aiuta il pomeriggio a fare i compiti o gioca con loro mentre i suoi genitori ospitanti lavorano o svolgono altre mansioni domestiche.
Mi sentivo un po' “out of place” mentre la vedevo gestire la casa come fosse la padrona, prendeva la roba sporca e la portava a lavare mentre io mi limitavo a scaldare un seggiolino e sorridere a quello che la madre ospitante mi cercava di dire in inglese e io non capivo.
Alessia si è ambientata benissimo all'interno della famiglia presso cui lavora, i genitori sono giovanissimi e hanno due figlie piccole dai capelli rossi, una di sei e una di nove anni. Le piccole sono quel tipo di bambine che all'inizio ti guardano con timore e dopo pochi minuti si affezionano e ti fanno sentire come se non potessero fare a meno di te. Per alessia ormai la lingua non è più una barriera e le bambine sembrano non accorgersi neanche che il tedesco non è la sua lingua madre. In realtà la cosa avveniva anche nei mie confronti, si rivolgevano a me puntualmente in tedesco e io rispondevo loro in Italiano, stranamente alla fine riuscivamo quasi sempre a capirci.
Le giornate di una ragazza alla pari sono estremamente stancanti, non solo dal punto di vista mentale, per via del continuo sforzo per parlare una lingua straniera e per lo stress delle numerose responsabilità che vanno sostenute, ma anche dal punto di vista fisico.
Il secondo giorno ho aiutato Alessia a fare da baby sitter, e ho corso con due bambine sulle spalle per tutto il paese. La sera avrei voluto buttarmi sul letto e dormire anche se erano solo le otto di sera, e così fa lei, per essere pronta per alzarsi alle sei del mattino e preparare la colazione a tutta la famiglia.
Alessia vive in un piccolo appartamento accanto alla casa della famiglia ospitante, loro tengono quella stanza apposta per le ragazze alla pari, mi spiega. Hanno già avuto un'altra ragazza prima di Alessia che è venuta a stare da loro senza sapere una sola parola di tedesco e senza saper fare niente delle mansioni domestiche. Ma la madre ospitante di Alessia è comprensiva, lei stessa è stata una ragazza alla pari a Londra quando era giovane. “Non mi manca per nulla l'Italia” mi racconta Alessia, che sta facendo progetti per frequentare l'università in Germania il prossimo anno.
“Qui in Germania ho trovato la mia indipendenza, adoro la mia nuova famiglia e adoro il mio lavoro, è una bella pausa dai miei progetti e dal mio percorso di studi, e ora so talmente bene il tedesco che non ho paura di affrontare l'università qui. I soldi che metto da parte ora mi servono per quello.”
Ma la vita della ragazza alla pari non è solo duro lavoro e studio della lingua. Il terzo giorno l'accompagno al corso di tedesco che frequenta due volte a settimana per conseguire la certificazione. Grazie a questo corso ha fatto conoscenza con dei ragazzi di diverse nazionalità che come lei vivono in Germania lavorando presso delle famiglie. Con loro esce la sera durante il weekend che è quasi sempre libero da impegni.
“Se fossi venuta qui il fine settimana, ti avrei portato fuori a bere invece che farti lavorare!”
Alessia si perde via nei numerosi racconti delle serate passate in compagnia immergendosi nella cultura tedesca e dei weekend in montagna con la famiglia ospitante o con i suoi compagni di corso.
È una vita totalmente diversa, che asseconda la routine e la quotidianità di un mondo che non è il suo. Ora le piacciono dei cibi diversi e ogni tanto devo aiutarla suggerendole qualche parola nella lingua della sua infanzia perchè ormai pensa in tedesco.
A volte si dimentica da dove viene e della sua vera famiglia, confessa di aver mancato qualche appuntamento telefonico con i suoi genitori per mancanza di tempo.

“Ma l'esperienza di ragazza alla pari è soprattutto coraggio e voglia di imparare cose nuove, saper uscire dalla sicurezza della nostra casa natale e della lingua che riusciamo a capire senza sforzo per scoprire di cosa siamo capaci quando siamo coperti di responsabilità che prima non credevamo di meritare”.   

venerdì 2 maggio 2014

Organogold e network marketing: la nuova frontiera del business in tempo di crisi.


“Ti va di venire a casa mia a bere un caffé?”
Si inizia così ad entrare nel mondo degli affari, a diventare ricchi imprenditori e a ottenere pian piano quello che tutti hanno sempre sognato: una macchina super bella, viaggi in America o nelle spiagge più belle del mondo, conoscere persone ricche e importanti.
Inizia tutto accettando un caffè da un amico, amico che in realtà, senza che noi lo sappiamo è un imprenditore di un' industria internazionale e milionaria. L'azienda in questione è Organogold, che si occupa della produzione di bevande di caffetteria con un alto potere benefico, perchè contenenti Granoderma, una sorta di fungo che cura qualunque nostro leggero problema adattandosi ai nostri bisogni, come difficoltà a dormire o a restare svegli, a digerire o allergie.
A detta dei consumatori gli effetti benefici del Granoderma sono sconvolgenti. I testimoni giurano che la loro vita ha subito un notevole miglioramento da quando hanno iniziato a consumare la bevanda.
Se un vostro amico vi invita a bere un caffè a casa vostra perchè deve informavi di una scoperta che vi farà diventare ricchi, si tratta probabilmente di un invito ad un coffie club dove vi farà assaggiare il caffè e vi racconerà dei suoi poteri magici.
Ma aldilà della veridicità di quello che sta dietro le potenzialità del Granoderma, quello che è di grande interesse è come questa industria di caffè sia diventata la terza industria a livello mondiale per fatturato (500 miliardi di dollari nel 2013).
Dopo aver partecipato al coffie club, ho assistito ad una conferenza in cui gli “iscritti” all'associazione spiegavano il funzionamento dell'azienda. Quello che sta dietro al caffè è un nuovo metodo di guadagno: il network marketing. Si tratta di un metodo secondo il quale il prodotto non sfrutta ne la pubblicità ne la vendita porta a porta per diffondersi, ma sfrutta il passaparola delle persone. Un componente dell'azienda mostra ai propri amici un prodotto da cui è rimasto soddisfatto e glielo fa provare, se questi sono convinti e interessati si rivolgono a lui per acquistarlo, vanno sulla sua pagina all'interno del sito dell'azienda e ordinano il prodotto. A colui che ha presentato spetta una percentuale del guadagno del prodotto. Ma la cosa non si ferma qui. Se infatti il presentatore in questione riesce a convincere qualcuno ad entrare a far parte dell'azienda la sua percentuale di guadagno sulla merce venduta aumenta. Questo perchè per entrare a far parte dell'azienda è necessario versare un piccolo contributo che permette di acquistare una certa quantità di prodotto per partire con la vendita. Questa quantità è acquistabile solo dalla pagina di un venditore.
In questo modo si crea una rete di guadagno per cui per guadagnare è necessario convincere le persone a comprare il proprio prodotto e non c'è competizione tra i colleghi dell'azienda perchè più è alto il guadagno dell'azienda più è alta la percentuale di guadagno del singolo.
Tornando al nostro caso, Organogold ha sfruttato il network marketing, unito ad un prodotto le cui potenzialità hanno sorpreso tutti coloro che hanno provato il prodotto.
Si sono susseguite testimonianze di persone che anche con una scarsa conoscenza del business e con una scarsa istruzione sono riuscite a raggiungere grandi risultati e salire di grado. Ci sono infatti diversi gradi all'interno dell'azienda che funzionano come una sorta di “promozione”. Il livello base è il platino che guadagna circa 800 euro al mese, per raggiungere questo stadio, un ragazzo ha gurato di averci impiegato solo tre mesi. Successivamente abbiamo il doppio platino con 1.500 euro al mese, zaffiro con 3.500 euro al mese e diamante con oltre 5.000 euro al mese.
I pagamenti arrivano settimanalmente e non dipendono da quanto hai lavorato in quella settimana, se le persone a cui tu hai fatto da sponsor (che hai convinto ad entrare in società) continuano a bere caffè, a te continua a spettare una percentuale settimanalmente.
I facenti parte dell'azienda si riuniscono settimanalmente, è presente un gruppo in quasi ogni città italiana, si confrontano, si aiutano nell'organizzare i coffie club e seguono una sorta di lezioni per migliorare la loro capacità espositiva nel presentare il prodotto.
Poche settimane fa si è tenuto il raduno mondiale di Organogold proprio in Italia, a Roma, qusto perchè l'Italia nell'ultimo periodo ha accresciuto esponenzialmente il numero di adepti. È qui che le tre menti fondatrici dell'azienda (Bernardo Chua, Shane Morand e Holton Buggs) hanno incontrato i loro discepoli in un grande coffie club.
All'inizio l'ho fatto per pagare alcune spese superflue, ero universitario e quei soldi mi avrebbero fatto comodo. Ora ho lasciato l'università perchè ho capito che non era la mia strada. Guadagno 3.000 euro al mese con Organogold e viaggio per tutto il mondo, conosco gente importante e ho aiutato la mia famiglia a rimettersi in piedi”. Racconta un ragazzo di 23 anni mentre mi mostra le foto del suo soggiorno di lavoro a Las Vegas.


Ascoltando le numerose testimonianze di persone che a quanto sembra hanno davvero fatto una scoperta sconvolgente non ho potuto fare a meno di credere che ci fosse una qualche fregatura nel perfetto sistema del network marketing, ma in realtà non l'ho trovata. A parte le frasi mielose sull'importanza dell'impegno personale e la valorizzazione dell'individuo, l'unica cosa davvero richiesta è di consigliare il tanto benefico caffè agli amici e se è vero che le idee migliori nascono in tempo di crisi, forse abbiamo incontrato una soluzione, fino al prossimo scandalo finanziario.