3 mila persone in piazza duomo ieri sera a Brescia per il comizio di
Beppe grillo e la presentazione dei candidati del movimento 5 stelle.
Alle venti e trenta gli
spettatori sono stati accolti da Vito Crimi che ha esordito dicendo
che la piazza era già mezza piena, e che non era ancora presto. Si
sono presentati vari candidati e hanno preso parola vari personaggi
che tentavano di ricalcare, con un discreto successo, lo stile
oratorio del loro grande leader. Il tema di fondo era la rabbia nei
confronti del mondo che va in malora e della politica che fa schifo,
tema banale quanto efficace.
Alle ventuno in punto è
arrivato il camper e il comico ha fatto il suo trionfale ingresso sul
palco, tra gli applausi e le grida dei fan e sostenitori. Non
mancavano tra questi i soliti sosia di Guy Fawkes, con addosso la
maschera per richiamare al film V per Vendetta, forse per evocare un
qualche sentimento rivoluzionario. Al contrario di quello che si può
pensare non mancavano i più anziani. Verso le 10 ha cominciato a
piovere e molti hanno iniziato ad abbandonare la piazza. Sono però
riusciti nel loro intento di dimostrare la grande affluenza di gente,
gli organizzatori del comizio che hanno fatto passare un cartello con
scritto “non c'è nessuno” e sul retro: fatti una selfie con
questo cartello, invia la foto al blog e passa il cartello al tuo
vicino.
Sul fondo della piazza,
non così difficile da raggiungere, c'erano le bancarelle con i
volontari di 5 stelle e i palloncini.
Grillo parte dal tema
dell'expò, esprimendo il suo disdegno per come è stato gestito e
per come ha messo in ridicolo il paese.
“Adesso con l'expo
stanno sballando, mandano questo commissario che era già commissario
all'anti corruzione a Roma, non aveva neanche un ufficio, aveva un
telefono a gettoni, non riusciva, infatti gli è scappata qualsiasi
cosa. Perchè mette la faccia questo signore, quando tutti gli
appalti sono già stati dati? Lo sapevamo prima che era un pacco
questo expò, era nell'aria. Bisognava farlo come aveva detto il
politecnico di Milano, il professore del politecnico. Di farlo
aperto, di farlo come il salone del mobile, di far arrivare la gente,
e portarla nella cintura del milanese a far vedere come si fanno i
formaggi a far vedere come si fa il vino, l'olio, non dentro un
capannone. Noi ci siamo andati 40 parlamentari eravamo noi, hanno
dovuto aprirci i cancelli, ma non c'è niente, c'è un milione e
mezzo di metri quadri, non c'è niente. Ma io dicevo, ma sono tutte
tangenti, io dicevo, abbiamo denunciato anche in parlamento! Tutte
tangenti, la sinistra, la destra, vi siete spartiti tutto. Tutto
corruzione di appalti di appalti di appalti. E questo mi diceva ma
come si permette, qua è tutto sotto controllo. L'hanno arrestato il
giorno dopo. Questo expo va chiuso, risparmieremo 4/5 miliardi e vien
l'ebetino domani a dirci che lui ci mette la faccia. Lui ci mette la
faccia. Il culo lo mettono i milanesi.”
Non
mancano le accuse ai politici, ai giornalisti. Descrive l'incontro
con Renzi come un incontro con un bamboccio, che ha
allontanato le televisioni e gli ha chiesto solo di star zitto e
ascoltare mentre il presidente esponeva il programma di 5 stelle.
“Appena parlava un
tuo compagno di classe così gli davi uno schiaffo nell'orecchio. Ma
possibile che non riusciamo a distinguere la faccia di un bamboccio?”
“Allora mi sono reso
conto di chi eravamo io e lui. Lui chi è?. Io in fondo rappresento
10 milioni di persone. Lui chi cazzo rappresentava in quel momento
lì? La continuità delle banche, dei massoni, ecco cosa vuol
continuare”.
Poi
passa a Berlusconi, lo psiconano, che ormai non riesce più a
stare al passo con i tempi, non sa pronunciare correttamente la
parola Google e riesce solo a raccontare balle ai vecchi pensionati,
“dieci,
nove, otto di questi pensionai stanno abbastanza bene. Non male,
sopravvivono. Seconda casa, spengono il gas e vanno a Tunisi e
risparmiano qualcosa, il low cost, i prezzi sono bassi. E perchè
dovrebbero cambiare lo status quo? Perchè un pensionato così
dovrebbe votare uno che grida e che dice le parolacce? Hanno paura e
lui va li a terrorizzarli ancora.”
E
infine non risparmia neanche i giornalisti, che falsano ogni notizia,
raccontano quello che vogliono e ingannano con le parole. Li accusa
di aver omesso volutamente il nome di Grillo accanto a quello di
Scaiola nei titoli riguardo all'arresto.
Ricorda
come mentre i politici stanno cambiando e grazie a lui hanno iniziato
a parlare di autoblu o di tagli alla politica, lui sia rimasto sempre
lo stesso. Ricorda la vicenda parmalat di dieci anni fa, quando lui
andava nelle piazze a dire che sarebbe fallita e sarebbero bastati 5
minuti di tg 1 per salvare i risparmi delle famiglie.
Ma
deve cambiare l'idea di stato e il modo di gestire le leggi, devono
cambiare le persone al governo.
“Abbiamo inserito
dentro una persona che in 40 anni non avevano mai visto. Abbiamo
messo una persona modificata geneticamente che si infilava lì dentro
e loro lo guardavano. Ma con sospetto. La persona era l'onesto:
l'onesto curioso che va a vedere le leggi. Perchè lì dentro voi non
sapete ma le leggi le firmano ma non sanno quello che firmano.
Guardate, posso
gridare, posso essere antipatico, posso aver fatto degli errori, li
ho fatti anche per te gli errori. Ma noi abbiamo fatto quello che
abbiamo detto.
Ma chi me l'ha fatto
fare di scendere in politica? Me l'ha fatto fare il fatto che io ho
lavorato 42 anni, mi avete fatto fare una vita meravigliosa e ho
sentito il bisogno di non chiudermi nella mia villa con il cancello
elettrico, di uscire e fare qualcosa pere il mio paese.
Gli altri non hanno
nessun sentimento! Non vedete, non trapela nulla da Renzi, Monti,
Letta, sono solo scribacchini mediocri. Sono malati di alessitimia, è
l'incapacità di riconoscere le emozioni negli altri perchè non ce
l'hai tu l'emozione, non hai le parole per definirla, non capisci,
non riesci neanche a capire allora diventi cinico, diventi cattivo.
Fai un conto: 2+2, poi se 4 equivale alla morte di 4000 piccoli
imprenditori che si ammazzano oppure migliaia di piccole imprese che
chiudono o migliaia dei nostri giovani che se ne vanno, a loro non
gliene frega un cazzo”.
Secondo
il politico lo stato va rifatto dall'inizio, va pensato in un altro
modo. Il comunismo è fallito perchè è stato applicato male e il
capitalismo ci ha portato ad una negazione della vera democrazia, il
capitalismo non ammette la democrazia, perchè la Grecia poteva
essere salvata (2% del pil dell'Europa) ma l'Europa non ha agito come
comunità, e perchè l'unico capitalismo funzionante è quello del
Giappone con i maoisti.
E va
cambiata la concezione di lavoro. Il lavoro è qualcosa che si sta
esaurendo, le macchine prendono il nostro posto e le industrie
investono nella tecnologia perchè non è tassata, perchè le
macchine sono in nero.
Dobbiamo
cambiare l'idea del lavoro come ciò che caratterizza tutta la nostra
vita, i giovani studiano per un determinato lavoro e poi sono
costretti a fare qualcosa che non gli complete. “Creiamo una
generazione di frustrati”. E legata al sistema del lavoro non
si risparmia la critica ai sindacati, che, sempre secondo il comico,
andrebbero aboliti, come andrebbero abolite tutte le intermediazioni,
gli operai e gli impiegati devono far parte dell'azienda come soci.
Cosa che avviene già negli Stati Uniti e in Germania.
Il
contenuto essenziale del discorso di Grillo sono le industrie, le
imprese, l'uso scorretto che viene fatto dei soldi e le associazioni
illecite che gestiscono gli interessi dello stato.
Dovremmo,
dice, poter investire nella telecomunicazione, l'industria del
futuro. Ma la Telecom è stata svenduta a tre banche spagnole in una
notte. Qui ricorda la vicenda della Banca dei Paschi di Siena e prova
a spiegare nuovamente quello che è successo. “Il più grande
scandalo finanziario d'Europa”. E non risparmia un giudizio
neanche sulla situazione di Pompei che potrebbe far vivere il
meridione di rendita ma è legata ad appalti illeciti.
Così
come in illeciti finiscono i soldi del fondo europeo.
“ Noi siamo il terzo
finanziatore dell'europa. Ogni anno gli diamo 15 miliardi, ce ne
ridanno nove e sei li tengono li. Questi nove, la maggior parte,
quelli che riusciamo a utilizzare vanno in tre regioni: Calabria,
Sicilia e Campania. Prendo un magistrato della Campania che seguiva
queste cose, andiamo su e diciamo: state a sentire ma queste cose
vanno alla Ndrangheta alla Camorra, prima di darle mettiamole in
trasparenza. Nomi cognomi, progetto a chi va, un responsabile. Una
faccia, no non c'è nulla, questi soldi nostri che rientrano vanno in
progetti Cinzia, in progetti Claudia, Sara. E non sai chi sono.”
Spiega
il concetto di debito pubblico che non deve essere visto come un
fatto necessariamente negativo, il Giappone ha il secondo debito
pubblico più alto del mondo, dopo gli Stati Uniti, ma ha il tasso di
disoccupazione più basso del mondo, questo perchè riesce ad
amministrare internamente il debito. E conclude con la critica al
modo in cui vengono sfruttate le energie rinnovabili, agli scarsi
investimenti nell'energia eolica rispetto al carbone e ai
combustibili.
È
necessario riportare il made in Italy in vetta perchè è la nostra
forza:
“Noi facciamo un
apolitica per il nostro Made in Italy con la piccola media impresa.
Vuoi che consumiamo le arance di Tunisi e buttiamo via le arance
siciliane? Benissimo il libero mercato. Sulle arance di Tunisi ti
metto il 25 per cento di iva e su quelle siciliane il 2, voglio
vedere”.
E
dopo aver caricato la folla di rabbia per un'ora e mezza, si scusa
per non aver lasciato spazio ai candidati e li affianca nelle loro
presentazioni piene di energia e entusiasmo.
“Io mi arrabbio ma
non è cattiveria. È un rabbia, una rabbia buona. È una rabbia che
ci ha portato in piazza milioni. È una rabbia che ha unito su un
sogno che era un sogno ci ha unito nove milioni di perone su questo
sogno, è un rabbia che c ha unito. È una rabbia che non ha portato
in piazza gente che sfasciava le vetrine o si picchiava con la
polizia. È una rabbia che ha portato a raccogliere firme, a fare
leggi popolari”.
E
sotto una pioggia ormai scrosciante ed una piazza che si sta ormai
svuotando si conclude l'atteso comizio di Beppe Grillo che non delude
gli spettatori che attendevano l'urlo di guerra, e che hanno risposto
per tutta la serata con grida di vittoria e chiassose risate. Aizzati
dalla frase ripetuta fino allo sfinimento “hanno paura di noi”.